sabato 22 settembre 2012

BANCHETTI DI RACCOLTA FIRME E PETIZIONE ON LINE

DOMENICA 23 SETTEMBRE DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 12

A LENO, IN PIAZZA C. BATTISTI,

SAREMO PRESENTI CON UN BANCHETTO INFORMATIVO

E DI RACCOLTA FIRME!!!

A breve comunicheremo anche le successive date in cui saremo in giro per la Bassa Bresciana a raccogliere firme contro il mega macello e ad informare sul perchè questo è solo l'ultimo di tanti progetti sciagurati!


INTANTO PROSEGUE LA PETIZIONE ON LINE

PER DIRE IL PROPRIO NO

AL MEGA-MACELLO



CONTIAMO SULL'AIUTO ED IL SUPPORTO DI PIU' GENTE POSSIBILE..GENTE CHE HA CAPITO CHE COSI' NON PUO' CONTINUARE ED E' ORA DI DIRE BASTA AI RICATTI, ALLE SPECULAZIONI ED AL CEMENTO!!!

domenica 8 luglio 2012

STRISCIONI...TV..E GIORNALI...


  




SOPRA ALCUNI STRISCIONI ESPOSTI NEGLI ULTIMI GIORNI NEL CAMPO DOVE VORREBBERO REALIZZARE IL MEGA MACELLO

QUI SOTTO INVECE, CLICCANDO SULLE IMMAGINI, POTRETE VEDERE I SERVIZI DI TELECOLOR E BRESCIA PUNTO TV OPPURE LEGGERE L'ARTICOLO COMPARSO RECENTEMENTE SUL BRESCIAOGGI


REPORT DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI RELATIVA AL PROCEDIMENTO VAS - 3 LUGLIO 2012


1^ conferenza VAS – 3.7.2012 (Manerbio sala Consiglio comunale)
Report dell’incontro (appunti raccolti da Legambiente, presente alla conferenza in qualità di auditore)
All’appello iniziale erano presenti le autorità competenti:
- PROVINCIA – UFFICIO VAS , Responsabile
- Arpa Brescia
- Asl
- S.TE.R . non presente
- Soprintendenza Beni Monumentali non presente
- Soprintendenza Archelogica non presente
- Autorità di Bacino non presente
- Comune di Leno
- Comune di Cigole
- Comune di Bassano Bresciano
- Comune di Bagnolo Mella
- Comune di San Gervasio
- Societa Autostrade non presente
- A2A
(ndr: Alla fine dell’appello è stato chiesto se fosse stato omesso qualcuno o se qualcuno titolare di pubblico interesse si ritrovasse escluso … )
La fase di descrizione del documento di scoping è stata introdotta da una spiegazione sulla procedura che è stata adottata, che comporta in questa fase acquisizione delle osservazioni sul documento di scoping e con la precisazione che la relazione ambientale e il rapporto ambientale verranno prodotti alla fine del processo valutativo (vedasi al riguardo pag. 9 e 10 del documento – punti 6 e 7 ).
Rispetto alla descrizione del progetto, il progettista relatore si è limitato ad analizzare gli elementi del documento chiudendo con i seguenti quesiti:
- L’elenco degli ambiti di analisi è corretto?
- Il quadro di riferimento è adeguato?
- La normativa cui ci si è riferiti è adeguata?
- Le Informazioni sono sufficienti?
- Quali gli ambiti analizzati di maggior significato?
Non sono stati analizzati gli impatti ambientali, non sono state analizzate eventuali alternative presenti sul territorio e neppure sono stati presentati gli interventi di mitigazione agli impatti dell’insediamento, cosa fatta rilevare soprattutto da ARPA in sede di proprio intervento (dottoresse, Don)
Rispetto agli interventi succedutesi alla presentazione
- Il Responsabile VAS della Provincia per disguido ha ricevuto il documento di scoping solo giorno prima quindi necessita di approfondimento
- gli aspetti di mitigazione e di risparmio energetico;
- gli interventi di salvaguardia previsti rispetto alle aree di valenza paesistica interessate si riservano di far pervenire osservazioni e chiarimenti


Molto più articolato l’intervento del Responsabile dell’ASL (Dott. Poggio) che non rintraccia elementi sufficienti nel documento di scoping e rinvia ad una lunga serie di osservazioni che riassume in sintesi. Ecco quelle che siano riusciti ad appuntarci:

PER IL SERVIZIO AMBIENTE
- approfondimento sul minimo consumo di suolo agricolo e sulle ricadute dell’uso dell’agricolo rispetto a PUA e POA
- non sono indicate le componenti che confluiscono nelle acque di lavaggio delle aree esterne
- utilizzo delle risorse idriche con separazione fra prelievi da pozzo e da acquedotto comunale in relazione agli aumentati fabbisogni idrici civili e alla riduzione delle risorse naturali per il cambio climatico in corso
- verificare sostenibilità uso risorsa acqua: da calcoli dell’ASL sul consumo dell’acqua potabile ( che per il Comune di Manerbio si attesta sul 1.700.000 mc annui ) il consumo del macello è di circa 700/800.000 mc annui ovvero circa il 40/50% della richiesta in falda e adduzione di circa 120.000 mc annui da acquedotto
- Rammenta che l’acqua per il lavaggio delle mezzene deve avere il requisito di potabilità
- Deve essere valutato un doppio ciclo di utilizzo acqua, con uso acqua di risorsa meno nobile; devono essere distinte le reti dei due cicli
- Rileva che esiste interferenza fra il pozzo di via Umbria che è a 350 mt e non a 650 come a pag. 176 del documento
- Rileva inoltre interferenza dei pozzi con pozzi delle residenze collocate in limitrofo (cascina Annunciata e Cascina Marcello) e sull’acquifero in uso
- DEVE ESSERE INDAGATA LA FALDA e lo stato delle acque del reticolo sotterraneo DAL PUNTO DI VISTA CHIMICO con richiamo ai parametri della SCAS (Studio Componenti Acque Sotteranee dell’ASL)
- Non sono valutati emissioni PM2,5 PM5 PM10 del traffico REALE compreso quello dei mezzi degli operai
- Manca un progetto che tenga conto degli odori, della distribuzione degli spray contenenti prodotti a base di ammoniaca perché, dagli studi sul vento nella zona, la direzione è verso il centro abitato.
- DEPURATORE: devono essere garantiti i 100 ml dalla residenze limitrofe e non è valutata la SOSTENIBILITA’ DEL SITO DI INSEDIAMENTO CHE SI COLLOCA IN AREA ALTAMENTE VULNERABILE PER PRESENZA DI FALDA ALTA E RISCHIO DI ESONDAZIONE
- DEVE ESSERE VALUTATO IL VASO RECETTORE
- Manca un piano di emergenza nel caso di guasti al depuratore e al sistema di stoccaggio dell’ammoniaca per il sistema di refrigerazione.(ndr: e se dovessero esserci problemi sull’impianto di CO2 di stordimento animali??)

Il Servizio VETERINARIO ASL: rimanda ai 19 punti già trasmessi alla Ditta in sede di valutazione progetto

Sindaco di Cigole: Si riserva di raccogliere più informazioni prima di decidere.

Sindaco di Bassano: Parere positivo da un punto di vista politico per l’intelligente posizione strategica (riduzione del trasporto degli animali) e per l’impatto sull’occupazione. Chiederanno chiarimenti sulla base delle osservazioni della ASL.

San Gervasio: Concorda con le osservazione della ASL, si riserva di decidere dopo aver analizzato i pareri di Asl ed ARPA.

Leno: Ribadisce il parere negativo e fa mettere a verbale che non sono stati convocati tutti i sindaci del territorio avendo il progetto un impatto non limitato al solo comune di Manerbio. Si fa riferimento ad un protocollo PETP.
Chiedono che venga messo a verbale un documento contenente tutte le loro osservazioni.

Bagnolo Mella: Non sono contrari, si riservano di esaminare gli elaborati. Sono dubbiosi sugli effetti cumulativi dell’impianto e dell’impatto sul traffico.


A2A: Si occupano solo del prelievo dall’acquedotto comunale e chiedono che venga specificato dove vanno a finire gli scarichi del depuratore per non avere impatti sulla rete fognaria. Vogliono analizzare il documento della ASL.


ARPA: richiama tutti gli aspetti di approfondimento di ASL e totalmente condivisi. Precisa che gli obiettivi del Piano in variante non sono in linea con il PGT e che non è stata esaminata altra possibile alternativa di insediamento.


- Il RAPPORTO AMBIENTALE DEVE ESSERE FATTO SULL’INTERA POTENZIALITA’ DEL
PROGETTO E PERTANTO IL PARERE E’ E RESTA PER UN IMPIANTO DI MACELLAZIONE DI 12.000 CAPI /GIORNO - Testuale: “che non si venga il prossimo anno a dire che, siccome ci sono le capacità produttive allora si aumenta il numero di capi macellati”.
- Chiede analisi puntuale sulla ricaduta ambientale del DEPURATORE che ha ricordato essere pari a  50.000 residenti/equivalenti e ribadisce che la distanza di 100 metri da edifici residenziali non di progetto. E’ TASSATIVA e infatti esiste una villetta bifamiliare a distanza inferiore a tale limite minimo. L’area del megamacello è a circa 500 mt dalla Finchimica.
- Rispetto alle emissioni in aria chiede la valutazione non solo a quelle camino captate ma a stalla libera.
- PRESENZA FINCHIMICA (azienda RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE art. 8 d. lgs. 334/99 modificato dal d.lgs 238/05 e L.R. 19/01) : richiama la fascia di TUTELA di 1 KM ….
- RUMORE studio PREVISIONALE di impatto acustico su tutti i ricettori
- Vincoli per presenza ELETTRODOTTO
- IMPATTO ODORIGENO Manca uno studio olfatto metrico e non è sufficiente l’uso di deodorizzanti (direzione vento sud ovest cioè verso il nucleo abitato)
- Rifiuti mancano CODICI CER ed un progetto di stoccaggio e smaltimento.
- Mancano informazioni puntuali sullo STOCCAGGIO DELLE COMPONENTI CHIMICHE
- Per FINIRE chiede TRASPARENZA E CHIAREZZA su quello che viene proposto in progetto a titolo di compensazione e mitigazione, spiegando che non può considerarsi esaustiva la previsione di filari di arbusti ed alberi.

Posizione del Comune di LENO TOTALMENTE NEGATIVA. Il Vicesindaco Assessore all’ambiente, legge e fa mettere a verbale il documento delle osservazioni. In modo più puntuale: IL PROGETTO E’ A PORTATA SOVRALOCALE e si conforma come un intervento sovra comunale per portata e impatto e richiedeva convocazione di tutti COMUNI DEL SUS (sistema urbano sovra comunale) quindi la procedura adottata non è conforme.

mercoledì 20 giugno 2012

COMUNICATO STAMPA: Lettera aperta a Prandini, presidente Coldiretti Lombardia

In riferimento a quanto comparso su alcuni quotidiani locali  in merito alla posizione assunta dal Presidente Regionale della Coldiretti, Ettore Prandini, il Coordinamento Movimenti Beni Comuni Bassa Bresciana pubblica questa lettera aperta per esprimere tutte le sue perplessità in merito:

Egregio Signor PRANDINI,
quali attenti lettori, vorremmo esprimere alcune perplessità rispetto a quanto da lei dichiarato e pubblicato sui giornali locali di alcuni giorni fa.
La sua posizione, favorevole all’insediamento del “ megamacello“ di Manerbio, ha insinuato in noi qualche sospetto di scarsa chiarezza, visti i grandi sforzi che l’Associazione della Coldiretti, che Lei rappresenta a livello regionale, sta facendo per favorire produttori, contadini e allevatori- trasformatori di prossimità.
La Coldiretti, infatti, aprendo punti vendita “Campagna Amica” e promuovendo i mercati contadini favorisce la vendita diretta dal produttore al consumatore, indirizzando verso una filosofia di vita che presta attenzione al territorio, al suolo, alla dignità di chi lavora, di chi produce e di chi consuma : davvero non riusciamo a comprendere come un insediamento di tale portata, che monopolizzerebbe il mercato suinicolo lombardo (Solo lombardo?... Solo italiano?...), potrebbe essere in sintonia con quanto soprascritto.
Il dubbio sorge spontaneo: 


 - VOGLIAMO FAVORIRE I PROFITTI DEL GRANDE IMPRENDITORE? 
 - VOGLIAMO, ATTRAVERSO FALSE PROMESSE, RICONDURRE IL MONDO AGRICOLO VERSO LA DIPENDENZA DALLE MULTINAZIONALI CHE, DAGLI ANNI SESSANTA IN POI, HANNO IMPERVERSATO SUL TERRITORIO DISTRUGGENDO COLTURE E CULTURE?
oppure… 
 -VOGLIAMO GARANTIRE LA SOPRAVVIVENZA DEL MONDO AGRICOLO E LE PRODUZIONI DI QUALITA’? 


Certamente, nella sua veste di Presidente della Coldiretti e produttore agricolo, sa bene che la sopravvivenza delle aziende agricole, oggi, si esplicita attraverso la salvaguardia della biodiversità, il rapporto trasparente con i consumatori, il passaggio alle fonti di energie rinnovabili ed anche attraverso la trasformazione dell’attuale modello alimentare in quello dell’agroecologia … (che il mega macello di Manerbio sicuramente non garantirebbe).

Dopo quanto sopra, vorremmo concludere:
la “demagogia“, o falsa democrazia o populismo, che lei imputa agli “ pseudo-ecologisti e animalisti “ (vedasi articolo Bresciaoggi del 10/06/2012), non la sente come un suo pregiudizio o come un suo problema? Vorremmo anche ricordarle che alle mobilitazioni verso “gli enormi poli logistici che hanno sottratto migliaia di ettari alla attività agricola”, non l’abbiamo mai vista, ma neanche sentita!
Noi eravamo presenti alle manifestazioni contro le speculazioni del territorio agricolo: dalla centrale di Offlaga al centro commerciale L’aquila di Leno e al Polo Logistico di Azzano Mella, dall’inceneritore dell’Ospedale di Manerbio alle varie discariche della Provincia (non ultima quella dell’amianto a Brescia)…, ma Lei dov’era?
Il “Coordinamento Movimenti Beni Comuni Bassa Bresciana” è consapevolmente attivo sul territorio in quanto i suoi componenti ritengono BENE COMUNE la TERRA. La TERRA, che molti calpestano senza pensare al SUOLO, all’ARIA, all’ACQUA, BENI COMUNI indispensabili alla vita dell’Umanità.

Manerbio, 20 Giugno 2012

COORDINAMENTO MOVIMENTI BENI COMUNI BASSA BRESCIANA

lunedì 11 giugno 2012

IERI LA BICICLETTATA PER DIRE NO AL MEGA-MACELLO!!!





 



Grazie a Max di www.lauramax.it per il bellissimo video montato e a Massimiliano Regattieri per le foto.
Sulla PAGINA FACEBOOK contro il mega-macello potrete trovare tutte le altre foto.

venerdì 25 maggio 2012

REPLICA ALLE INTERVISTE DEL SINDACO MELETTI COMPARSE RECENTEMENTE SU ALCUNI GIORNALI


QUESTA E' LA REPLICA DEL COORDINAMENTO MOVIMENTI BENI COMUNI BASSA BRESCIANA AGLI ARTICOLI COMPARSI RECENTEMENTE SU ALCUNI GIORNALI IN CUI IL SINDACO DI MANERBIO CESARE MELETTI HA A DIR POCO ESALTATO IL PROGETTO DEL MEGA-MACELLO E "GONFIATO" I NUMERI SUI POSTI DI LAVORO:

In un intervista comparsa su alcuni giornali e su internet il sindaco di Manerbio Cesare Meletti alla domanda posta dal giornalista: “Il suo comune, appena 13mila abitanti, ospiterà uno dei macelli più grandi d’Europa: un campo di sterminio “che lavorerà” 12mila suini al giorno, 2-3 milioni l’anno, con un via vai di centinaia di camion ogni settimana…” ha risposto:

Nel suo genere è uno dei più piccoli d'Europa, invece, certo è uno dei più grandid'Italia.Ma piano con la parola “macello”, sa di denigratorio.Un terzo dell'impianto serve a macellare, il resto a fare trasformazione e packaging del prodotto......

Considerazioni:

1)      cosa intende il sindaco: che forse sarebbe meglio avere solo un impianto di trasformazione e packaging o che della macellazione non se ne deve parlare?
2)      che non è conveniente far sapere che macellare 12.000 suini al giorno vuol dire 60.000 la settimana e se si lavorano 47 settimane su 52 settimane anno, perchè 4 sono presumibilmente di ferie e 1 settimana compenso delle festività, i maiali macellati saranno 2.820.000?
UNA SPROPORZIONE PERSINO RISPETTO ALLE ESIGENZE DI MERCATO.
3)      La produzione suinicola Italiana nel 2011 è stata di 12.300.000 capi (-5,2% sul 2010). In flessione anche la macellazione (-3,2%), mentre l'importazione di suini dall'estero è cresciuta dell' 8,3% arrivando al milione.
4)      In provincia di Brescia i suini allevati sono arrivati alla cifra di 1.500.000 all'anno con una intensità e un impatto ambientale ormai oltre ogni logica e tollerabilità (anche per la “Direttiva Nitrati” per la quale l’Italia ha necessitato di un’ulteriore proroga);
5)      Se importiamo un milione di suini, ammesso che vengano lavorati nel nuovo macello di Manerbio, stante il livello di lavorazione di 2.500.000 dove andranno a prendere il 1.500.000 mancante? La matematica potrebbe dirci che un milione già li importiamo e importeremo pure quelli; allora non si lavorerebbe prodotto italiano come invece viene affermato reiteratamente. Il mercato d'altra parte oggi non li richiede.
6)      Il calo dei consumi di carne suina nel 2010 è stato dell'1,6% e il calo sarà più accentuato nel 2012. Anche questo dovrebbe essere un dato di riflessione. Sappiamo che Pini è già presente sui banchi Italiani e di altri Paesi con la bresaola (CON DICITURA IGP DELLA VALTELLINA, MA PRODOTTA CON CARNE DI ZEBU’ BRASILIANI – PIU’ VANTAGGIOSA ECONOMICAMENTE), è importante capire dove, su quali banchi, in quali Paesi immetterà tutto il prodotto che verrà lavorato a Manerbio, sapendo che la distribuzione dovrà trovare acquirenti e consumatori perchè non potrà giacere a lungo in deposito.
7)      Sappiamo che l'industria della macellazione e della trasformazione delle carni suine in Italia occupa 41.000 lavoratori di cui 9.000 sono di aziende esterne. La sola macellazione ne occupa 6.000 di cui 2.500 di aziende esterne. Il costo medio per ogni dipendente diretto di un impresa di macellazione è di 22 euro/ora. Le aziende però usano sempre di più lavoratori di imprese appaltatrici ”in outsourcing” che hanno un costo che va dai 12 ai 15 euro. L'Unione Europea ha promulgato una legge “la 96/71” che, in teoria, impedisce alla manodopera distaccata da altri paesi (es. est Europa) di essere retribuita con paghe in vigore nei loro paesi e obbliga il datore di lavoro al pagamento della prestazione in rispetto delle leggi italiane. La legge però è facilmente aggirabile: basta che l'azienda costituisca una società, mettiamo in Polonia, (PINI HA UN MACELLO IN POLONIA), e che assuma gente di quel paese mediante quella società che può applicare salari riferibili ai livelli di quelli polacchi, e comunque non quelli riconosciuti in Italia.

      8) Quali sono i criteri di accesso al mercato del lavoro che Pini intende adottare? Quanti saranno i lavoratori assunti direttamente dall'azienda se questa si insedierà sul nostro territorio? Quanti lavoratori e quali figure professionali saranno assunte da società esterne?
   IL SETTORE STIMA CHE I LAVORATORI IMPIEGATI SONO ORMAI IL 40% DI NAZIONALITÀ EXTRA AREA EURO.

       Come si pensa di garantire a una quota presumibilmente alta di lavoratori extra comunitari, convivenza ,integrazione, servizi quando la Lega Nord a Manerbio considera l'immigrato presenza, (eufemisticamente) perlomeno problematica?
       NESSUN PROCESSO ALLE INTENZIONI, ma questi quesiti richiedono risposte.

9)   SE I CAPI LAVORATI SONO DI PRODUZIONE ITALIANA LI DOVRANNO SOTTRARRE AD ALTRI MACELLI. ALLORA L'OCCUPAZIONE NON POTRÀ DEFINIRSI NUOVA,MA SARÀ SOLO UN TRASFERIMENTO TERRITORIALE. Magari potrebbero iniziare a pagarne lo scotto i lavoratori del macello di Vescovato (CR) dove si macellano 750.000 suini/anno. Anche così i conti non tornano, dovrebbero far chiudere altri tre macelli della stessa capacità lavorativa. Ma a chi può interessare far concorrenza per fare disoccupati e fare terra bruciata attorno ad attività produttive già operanti a qualche chilometro di distanza? A CHI INTERESSA FARE UN'ALTRA OPERAZIONE CHE RICALCA IL MODELLO DI ”STERMINIO DEI CAMPI” DISTRUGGENDO UN'AREA AGRICOLA, PURE ESSA PRODUTTIVA?
8)      Se si considera che il prezzo attuale è di euro 1,413 al Kg e i suini lavorati dovrebbero essere di Kg 170, gli scambi settimanali saranno di euro 10.400.000 solo per l'acquisto del suino.
9)      Se li moltiplichiamo per 47 settimane fanno euro 488.000.000 ALL’ANNO

       IL MEGA MACELLO DI MANERBIO DOVREBBE LAVORARE 2/9 DEL TOTALE DEI SUINI CHE VENGONO MACELLATI IN ITALIA. AVRÀ LA FORZA DI UNA PICCOLA REALTÀ MONOPOLISTICA.
Non è infatti credibile che possa diventare una realtà produttiva che opererà in concorrenza calmierando il prezzo del prodotto al banco.
Una realtà produttiva di queste dimensioni sarà in grado di fare, da sola, cartello?


LE PROMESSE DEL SINDACO MELETTI
(divenuto il maggior promotore dell’insediamento, quasi fosse lui stesso l’imprenditore, che invece non si è ancora visto)
DI
SBANDIERARE 

300, poi 400
diventati 700/750
ed ora
1000 + tutto l’indotto

NUOVI POSTI DI LAVORO

PER TACERE I REALI INTERESSI DI PINI

PER  NASCONDERE   LE  CONSEGUENZE DI QUESTO INTERVENTO

SUL MONDO DEL LAVORO
SULL’AMBIENTE
SULLO SPRECO DELLE  RISORSE ACQUA E TERRA
SUL COSTO IN VITA UMANA
(nell’economia del mondo è stato calcolato che l’ingrasso forzoso degli animali per produrre un quantitativo esasperato ed eccessivo di carne causa la morte di 13.000 bambini al mondo)

E’ PURO CINISMO

venerdì 11 maggio 2012

TESTIMONIANZA DA PINI POLONIA


Di seguito riportiamo la TESTIMONIANZA DI UN LAVORATORE DELLA PINI POLONIA, società proprietaria del macello polacco di Kutno (definito il “gemello” di quello di Manerbio):

“Peccato sprecare parole per questa azienda Pini; suo fratello non ha più personale in quanto si lavora per pochi centesimi e dopo si viene trattati come spazzatura e se qualcuno si fa sentire allora ti dicono se non ti va bene: Vattene! Romano fratello di Piero Pini a Ida (paese ndr.) butta le scatole con la carne e non soltanto (dalla rabbia). Io mi sono fatto sentire allora sono stato licenziato. Bisogna lavorare 12 ore al giorno, io lavoravo 300 ore al mese per neanche 2 mila zloty (circa 400 Euro ndr.) e non parliamo delle ferie, non ci sono perchè c'è tantissimo lavoro e poca gente che lavora (nessuno vuole lavorare in questa azienda visti i trattamenti). Invece se parliamo dell'inquinamento diciamo che smaltiscono tutto di nascosto buttando i rifiuti nei campi. E' venuto anche l'ispettore dell'ambiente però senza nessun risultato. Se la gente avesse potuto avere un altro lavoro allora sicuramente l'azienda Pini sarebbe chiusa, forse di questo hanno paura e per questo motivo vuole venire da voi a spostarsi con l'azienda, perchè vicino a loro adesso stanno aprendo nuove aziende e la gente sta scappando dove li trattano meglio, visto che qui in tutti settori regna il mobbing. Pretendono che una persona lavori per cinque e senza la pausa e ti scalano il tempo che dedichi per la colazione, pranzo e pure per andare in bagno, perchè hanno installato i cancelli con le tessere magnetiche (con numero abbinato per ogni dipendente dove sommano o tolgono le ore lavorate), che devi passare tutte le volte che entri e esci. Sinceramente sono contento che non lavoro in questo posto e non devo essere trattato male. Se vuoi sapere qualcosa di più fammi sapere oppure cerca i filmati o gli articoli dove ci sono le interviste dei lavoratori, quando venivano con la polizia a ritirare le buste paga perché quando erano in malattia non gli hanno accreditato lo stipendio. In parole povere questa non è una azienda ma “il campo di concentramento””.

Questo testo ci è stato inviato da una persona che abbiamo casualmente scoperto lavorare presso Pini Polonia (e della quale, per privacy, ometteremo il nome). A tal proposito possiamo assicurare che non è stata ricercata in modo mirato fra i tanti che stanno protestando in Polonia, ma è stata al momento l’unica persona, fra le otto contattate (una volta scoperto essere dipendenti Pini Polonia) che ci ha risposto.

(testo originale: szkoda słow na ta firme i piniego a jego brata to juz wogóle mają ludzi za roboty które musze zapier**** za grosze i traktuja jak śmieci jak sie ktoś zbuntuje to mówią nie pasuje to wypier***** romano brat piero piniego rzuca w ldzi skrzynkami miesem i czym tylko sie da ja sie upomniałem o swoje więc zostałem zwolniony pracuje sie najmniej po 12 godz ja pracowałem po 300 godzin w miesiącu za co otrzymywałem nie całe 2000zł urlopu dostac nie mozna bo zawsze duzo pracy jest a nie ma kto robić bo ludzie nie chca tam pracowac co do zanieczyszczeń to wywożą wszystko po kryjomu na pola bądź jakieś łąki za co juz polski inspektorat środowiska sie wziął ale raczej bez większego efektu gdyby ludzie mieli inna prace to gwarantuje ze pini by u nas upadło i byc moze tego własnie sie obawia i dlatego chce sie wybudować u was bo koło niego buduje sie dużo nowych firm i ludzie uciekną z tej pracy gdziekolwiek sie tylko da warunki jakie tam panuja sa według zasady zapier***** albo wypier**** a mobbing panuje nie mal na każdym dziale najlepiej im pasuje gdy jedna osoba pracuje za 5 i to bez przerwy odliczany jest czas za każde wyjscie na obiad śniadanie herbate czy nawet wyjście do toalety bo sa założone metalowe bramki przez które trzeba odbic sie magnetyczną karta która posiada nr przypisany pracownikowi po czym wszystko sumuja i odejmuja od godzin pracy ja osobiscie sie ciesze ze nie pracuje juz tam i nie musze byc poniżany przez ludzi piniego jesli jeszcze cos chcesz wiedziec to pisz bądź poszukaj róznych filmów czy artykułów w których ludzie pracujący tam sie wypowiadaja jak przyjeżdzali z policja zeby odzyskac wypłaty ponieważ bedąc na zwolnieniu lekarskim nie mieli zrobionych przelewów z wypłata krótka pisząc to nie firma a obóz pracy”)

giovedì 10 maggio 2012

LETTERE SU "PAESE MIO"

Sono state pubblicate sul mensile locale "Paese Mio" due lettere relative al mega-macello.
La prima è quella scritta da noi che, replicando a quanto scritto in aprile dal Sindaco e dal Capogruppo Lega Nord, abbiamo anche pubblicato una TESTIMONIANZA DI UN LAVORATORE DEL MACELLO POLACCO DI KUTNO (il "fratello minore" di quello di Manerbio)...

La seconda è quella di una lettrice, nonchè cittadina manerbiese...davvero una lettera ben scritta!Complimenti...

Ecco le due lettere:




mercoledì 11 aprile 2012

L'INTERVENTO DI ENRICO MORICONI DURANTE L'ASSEMBLEA SUL MEGA-MACELLO

Qui di seguito riportiamo l'intervento tenuto durante l'assemblea dal dott. Moriconi che ringraziamo ancora per la disponibilità:


Enrico Moriconi
Medico Veterinario Dirigente SSN - Consulente Etologia e Benessere Animale
enrico.moriconi@gmail.com                               http://www.enricomoriconi.it



Riflessioni sul progetto del macello Hamburgher Pini a Manerbio

            In primo luogo, una breve riflessione sul significato delle parole. Le iniziative di contrasto al progetto vedono la presenza, più che opportuna, della sigla dei Beni Comuni: infatti, in questo come in molti altri casi, si tratta della difesa di quel bene comune che è la democrazia, anche se spesso si dimentica. La democrazia vorrebbe il confronto tra amministratori e amministrati e invece, troppo spesso, gli eletti nelle assemblee, e i nominati con incarichi di governo, ritengono che il loro ruolo conferisca il potere di decidere senza ulteriormente misurarsi con i cittadini.  Invece, oggi più che mai, di fronte a scelte importanti per una comunità è necessario valutare le diverse opzioni, con un dibattito basato su elementi oggettivi e non su prese di posizione preconcette.
            In un  mondo globalizzato, giova ricordare che l'agricoltura, e l'allevamento che ne è una parte, è stata la prima attività produttiva globalizzata, se si pensa che dopo la scoperta delle Americhe da subito si è iniziato a produrre in quei paesi per esportare in Europa, e che i prodotti tecnologici del tempo facevano il percorso inverso dall'Europa alle Americhe. Oggi non è possibile immaginare un mondo non globalizzato o meglio non è possibile immaginarlo se non intervengono modificazioni sostanziali che non si vedono all'orizzonte.        La globalizzazione in campo agricolo era in vigore anche quando esistevano i dazi a protezione delle merci nazionali; oggi che non esistono più diventa difficile pensare a come fermare la marea neoliberista.
            A livello economico è necessario ricordare come in Italia l'agricoltura sia rimasta l'attività produttiva primaria più importante, accanto all'edilizia, avendo perso quasi tutte le industrie, poichè servizi e terziario non producono risorse primarie ma valore aggiunto.
            L'allevamento suinicolo in Italia è, dopo quello avicolo, la prima attività zootecnica per numero di animali allevati  e la Lombardia è la regione italiana che da solo alleva quasi la metà dei suini presenti in Italia e Brescia la provincia dove la suinicoltura è più sviluppata.
            Nonostante la grande produzione però l'Italia resta un paese importatore di suini vivi e di carne suina, e la maggioranza dell'import serve per il consumo interno, le esportazioni sono circa l'11% della produzione, una quota molto bassa.
            Le importazioni influenzano il sistema in quanto fanno abbassare il prezzo degli animali venduti nel nostro paese, poiché il prezzo più basso costringe al ribasso tutto il comparto produttivo.
Si dirà che deve valere la tipicità del “Made in  Italy”
Il Made in Italy vale solo a livello di vendita del prodotto finito, ed infatti è uno slogan molto reclamizzato, però evidentemente non vale per la materia prima: i suini da cui derivano i tanto valorizzati prosciutti italiani vanno benissimo, se costano meno, da qualsiasi nazionale europea arrivino; i consumatori però sono convinti di acquistare made in Italy e non sanno che ciò non vale per tutto il percorso che trasforma il suino in un cibo nel negozio, ma solo per la parte finale. Che cioè made in Italy può essere etichettato un prosciutto di un suino olandese o polacco o rumeno. Una volta trasformato e confezionato, tutto diventa made in Italy.  Chi leggendo l'etichetta si è indotti a pensare che essa si riferisca all'intero processo, dalla provenienza del maiale alla sua trasformazione.
            Fatte queste premesse si possono considerare alcuni aspetti del progetto proposto, riflessioni che sono di tipo ambientale ed economico, essendo risaputo che mangiare carne e soprattutto insaccati costituisce un problema di salute, come testimoniano ormai molti studi internazionali di ricerca sul cancro ed anche che, per il maiale, essere ucciso in un grande macello o in uno più piccolo non cambia nulla.

Problemi del  macello Hamburgher Pini
            I circa 2 milioni e mezzo di suini macellati nel nuovo macello, equivalgono più o meno al 15 per cento dei macellati ogni anno in Italia, ovvio pensare che il nuovo macello, se non importa animali, farà concorrenza e farà chiudere altri macelli. Per i suini cambia poco o nulla il luogo dove saranno macellati, ma da un punto di vista economico ciò significa che molti dei posti di lavoro promessi dal nuovo impianto potrebbero essere dei semplici reintegri di persone rimaste senza lavoro. In un'altra opzione il nuovo macello potrebbe non riuscire ad imporsi ed essere costretto a chiudere. Questa seconda ipotesi è esattamente quanto accaduto in Piemonte dove un nuovo impianto, molto più grande dei preesistenti, non è riuscito ad imporsi ed è tuttora chiuso. Quindi la promessa di nuovi posti di lavoro è oltremodo aleatoria.
            Si dirà che si possono aumentare gli allevamenti. Questo però è molto difficile.
In Europa è stata necessaria  una Decisione di Esecuzione della Commissione del 3 novembre 2011 che concede una deroga richiesta dall’Italia con riguardo alle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto a norma della direttiva 91/676/CEE del Consiglio relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”per continuare ad allevare il numero di animali attualmente presenti in pianura padana altrimenti sarebbe stato necessario diminuirli. Pertanto pensare di aumentare gli allevamenti sembra utopico. A dimostrazione del rischio che si sta correndo nelle regioni che insistono sulla Pianura Padana, si deve rilevare che i quotidiani locali sottolineano come ci sia il problema dei nitriti nelle acque provenienti dalle pratiche agricole.
            Sul traffico stradale indotto non vi è praticamente nulla da aggiungere rispetto ai dati che sono stati comunicati dal Movimento che seguendo criticamente l'iter  progettuale del macello, se non che, come avviene quasi sempre nelle proposte progettuali di un certo peso e impatto, il progetto tende a sorvolare su alcuni aspetti di non poco conto, come quello di quantificare gli automezzi in entrata nello stabilimento ma non quelli in uscita.
            Relativamente all'acqua la contestazione punta sul fatto che si preveda di pescare l'acqua dalla falda profonda; con la siccità attuale, denunciata anche dai giornali locali, l'acqua deve servire per il macello o per le coltivazioni? Inoltre, non si sa per quanto tempo la falda profonda potrà essere sfruttata, poiché, senza piogge cospicue anch'essa potrebbe esaurirsi.
            Problemi sanitari. Teoricamente i suini dovrebbero essere garantiti contro il rischio di malattie, se però un virus riuscisse a spargere il contagio, le conseguenze in una zona ad altissima concentrazione di soggetti sarebbero gravissime. Nel corso dell'epidemia di afta del 2002 in Inghilterra si era istituito il blocco, temporaneo perché poi rimosso, del parmigiano  e prosciutto italiano, poiché non esistendo più le barriere doganali gli stati cercano di sfruttare gli episodi sanitari per bloccare le merci estere a vantaggio di quelle nazionali. Se arrivasse un virus sarebbe un danno enorme per gli allevatori della zona.
            Per lo smaltimento residui e dei liquami si prevede la costruzione di vasche di depurazione però non si può dimenticare che l'Inalca sta progettando di costruire un impianto per l'incenerimento dei rifiuti che promette grandi guadagni con la produzione dell'energia elettrica e forti disagi ambientali e di salute per i cittadini. Come si può essere sicuri che anche in questo caso non sarà seguita la stessa strada?
            Posti di lavoro: non  aumenteranno e saranno precari
            Non aumenteranno perché, se il nuovo macello funzionerà a pieno regime, metterà in crisi gli altri macelli e, per le note economie di scala, una struttura più grande occupa in proporzione meno lavoratori di stabilimenti più piccoli. I numeri confermano l'automazione: macellare 12000 suini in 10 ore, significa una tempistica di un suino ogni sei secondi e ciò è possibile solo con procedure altamente automatizzate.
            In un grande macello si aggiunge di sicuro la precarietà dei posti di lavoro.
            Il lavoro non è certo facile in uno stabilimento di questo tipo: ritmi forsennati, condizioni ambientali pessime (freddo umidità) fatica intensa, orari penalizzanti, conseguenze fisiche per gli operatori – ferite, traumi, lesioni – e anche logoramento; in tali condizioni non deve stupire che appena possibile i lavoratori cerchino sistemazioni migliori. Ciò porta ad una turnazione molto spinta per cui pochi lavoratori riescono a persistere nel tempo.
Quindi i posti di lavoro reclamizzati sono piuttosto precari nel tempo e non certo duraturi e sicuri.
            Non aiuta gli allevatori. I grandi macelli condizionano negativamente anche gli allevatori che hanno meno forza per imporre una eventuale specificità di allevamento.        La concentrazione delle macellazioni facilita l'imposizione del prezzo da parte di chi compra e penalizza pertanto gli allevatori. Gli allevatori in difficoltà cedono l'attività alle grandi aziende che monopolizzano la filiera, dal mangime alla vendita dei salumi passando per l'allevamento e il macello.  Amadori, Glaxo, Veronesi e altri riescono magicamente a far crescere il guadagno. Come? Semplicemente scaricando i costi sulle attività più redditizie, come la trasformazione, e diminuendo le tasse.
            Future nuove regole per i trasporti? Il Parlamento europeo ha votato una mozione affinchè si legiferi che gli animali da macello non possano viaggiare per tempi superiori alle otto ore. Già da tempo si discute su questo punto e si deve ricordare che la Germania non sarebbe proprio scontenta se venisse applicato perché la avvantaggerebbe nei commerci; come sempre la tutela degli animali è subordinata agli interessi economici. Nella carta geografica europea, la Germania  è centrale e può aspirare a diventare la nazione deputata concentrare la maggior parte delle macellazioni ed esportare la carne. Con la limitazione oraria dei viaggi, come si approvvigionerà questo mega macello se non richiamando i suini dalle altre strutture?
            L'opposizione locale deve far leva sulla poca convenienza per la comunità locale e per quella nazionale. Non sempre, anzi quasi mai, bastano le buone ragioni per riuscire a contrastare le cattive proposte; gli esempi dimostrano che le critiche mosse in sede di progetto molto spesso si dimostrano vere all'atto pratico, quando però è troppo tardi per porvi rimedio. Esempi in tal senso si sprecano. Per le opposizioni si tratta di convincere gli abitanti locali della scarsa convenienza e opportunità di certe opere, come il macello Hamburgher Pini, e solo con l'attivismo e la pubblicizzazione si può fare massa critica che facendo pressione sui decisori li porti ad evitare scelte sbagliatissime. Gli ambientalisti spesso devono dire di NO solo perché chi propone le opere lo fa senza confrontarsi e senza discutere soluzioni e ipotesi alternative e diverse.

giovedì 5 aprile 2012

GRANDISSIMA PARTECIPAZIONE ALL'ASSEMBLEA PUBBLICA!


Martedì 3 aprile, alle ore 21.00, presso l'Aula Magna dell'I.I.S. "Blaise Pascal" di Manerbio c'è stata la tanto attesa assemblea pubblica da noi organizzata per discutere del mega-macello.
E' stata una serata con una grandissima partecipazione (almeno 250 persone) e con interventi, quelli di Rossella Muroni (direttrice nazionale Legambiente) ed Enrico Moriconi (veterinario), di alto livello.
Grande dimostrazione di civiltà e democrazia: sono intervenuti anche il sindaco di Manerbio, l'Avv. Gorlani, il presidente di Assosuini, il vice sindaco di Leno, il capogruppo del PD della Provincia di Brescia e tutti coloro che hanno voluto esprimere il proprio pensiero e la propria opinione (condivisibile o meno) in merito al progetto del mega macello e non solo.

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GUARDA IL VIDEO: CHI E' PINI?

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giovedì 29 marzo 2012

CONFERENZA STAMPA

Oggi alle ore 12.30 presso la bottega del commercio equo e solidale "Jangada", c'è stata la presentazione pubblica del Coordinamento dei Movimenti per i Beni Comuni Bassa Bresciana, un gruppo che ha riunito sotto un unico nome diverse realtà associazionistiche della Bassa Bresciana e alcuni cittadini per la difesa dei cosidetti "beni comuni" (acqua, suolo, aria...) e in particolare per informare e contrapporsi in modo fondato al faraonico progetto del macello di Manerbio.


Il progetto del mega-macello di Manerbio è chiaramente una struttura sproporzionata che provocherebbe danni ambientali davvero importanti per quella che risulta essere una zona, quella della Bassa Bresciana, con già gravissimi problemi di questo tipo: un'eccessiva permeabilizzazione del suolo, un'aria sempre più inquinata, un'acqua sempre più contaminata, non ultima quella del Fiume Mella già eccessivamente zeppa di azoto e nitrati (sempre meno smaltibili anche a causa del diminuire costante di terra agricola...) e delle falde acquifere della città di Brescia e dell'hinterland.

Ma al di là dell'aspetto ambientale esistono anche aspetti economici e qualitativi che fanno riflettere su quanto potrebbe essere deleteria la realizzazione di un simile macello: basti pensare al fatto che da anni ormai il settore della macellazione è in crisi, il lavoro all'interno di queste vere e proprie catene di macellazione industriale è troppo spesso sinonimo di sfruttamento degli operai e fenomeni di capolarato. Inoltre, la macellazione a Manerbio sarebbe pari al 16% di quella di tutta Italia, quali sarebbero a questo punto le conseguenze sugli altri macelli italiani e lombardi in particolare? Secondo Ass.I.Ca. (Associazione Industriali della Carne) e anche secondo noi del Coordinamento la risposta è semplice: o si chiudono gli altri macelli (cosa improbabile visto che sono posseduti da cooperative degli stessi allevatori) o si importano suini vivi o mezzene direttamente dall'estero, in particolare dall'est Europa.

Inoltre questo progetto va assolutamente controcorrente con quelli che dovrebbero essere i principi fondamentali sulla qualità del cibo: un cibo che deve essere buono, pulito e giusto. Buono, perchè il cibo deve rispettare a tutti i livelli la freschezza, la stagionalità, il gusto e che soddisfi i sensi, nel rispetto di tutte le identità culturali. Pulito, perchè i metodi di produzione devono rispettare l'ambiente e la salute umana. Giusto, perche il prezzo del cibo deve essere accessibile a tutti, garantendo comunque equi guadagni ai piccoli produttori, e garantisca ai lavoratori condizioni di lavoro e di vita dignitosi.
Quindi il cibo essendo elemento insostituibile nella vita di tutti gli essere umani non può essere considerato merce comune ma deve assumere valore di bene comune. E tutti questi aspetti sicuramente, secondo il Coordinamento Movimenti Beni Comuni, non saranno rispettati con insediamenti produttivi di una simile portata.

Ma oltre a criticare gli aspetti negativi e distruttivi sotto tanti punti di vista di un simile progetto noi del Coordinameno non vogliamo assolutamente esimerci dal voler indicare una via per un'economia che sia differente da quella che mira alla semplice speculazione e al maggior profitto senza rispetto per nulla, per poter indirizzare le amministrazioni, nel caso specifico quella manerbiese, a progetti che veramente valorizzino l'agricoltura locale, il lavoro e la qualità dei prodotti.

Anche per questo motivo quindi abbiamo organizzato l'assemblea pubblica di martedì sera. I relatori della serata sono di rilevanza nazionale: Rossella Muroni (Direttrice nazionale di Legambiente), Enrico Moriconi (veterinario ed ex Presidente dell'Associazione Veterinaria di Salute Pubblica) e Giuseppe Oglio (esperto di agricoltura conservativa naturale e permacultura); il tema, volenti o nolenti, è di grande rilevanza per tutta la comunità, per questo SIETE TUTTI INVITATI A PARTECIPARE ALL'ASSEMBLEA!




martedì 27 marzo 2012

ASSEMBLEA PUBBLICA: IL MEGA-MACELLO

ASSEMBLEA PUBBLICA!!!
MARTEDI' 3 APRILE ALLE ORE 21.00 

PRESSO L'AULA MAGNA 

DELL'I.I.S. BLAISE PASCAL DI MANERBIO 

ASSEMBLEA APERTA A TUTTA LA CITTADINANZA

PER PARLARE DEL MEGA-MACELLO

(Intervengono: Rossella Muroni - direttrice nazionale Legambiente; Giuseppe Oglio - esperto di agricoltura conservativa naturale e permacultura; Enrico Moriconi - Veterinario e presidente dell'Associazione Veterinaria di salute pubblica).

OPPORTUNITA' DI OCCUPAZIONE O AFFARE PER POCHI???

Verranno affrontati vari temi: dal lavoro, al rischio ambientale, alla cementificazione, all'aspetto economico del progetto, alle alternative per risollevare l'agricoltura... verrà inoltre presentato il progetto del mega-macello in un modo più comprensibile rispetto a come è stato fatto dall'Amministrazione Comunale il 19 gennaio e verrà anche mostrato chi è Hamburger Pini...

SIETE TUTTI INVITATI!!!



venerdì 23 marzo 2012

LETTERA AL SINDACO DI MANERBIO

Pubblicata su "Paese Mio" del mese di Marzo la lettera, tratta dal libro "Prepariamoci" di Luca Mercalli, che noi abbiamo voluto indirizzare al Sindaco di Manerbio Cesare Meletti:

venerdì 16 marzo 2012

NUOVO VOLANTINO: ANCHE ASS.I.CA. CONTRO IL MEGA-MACELLO

A Manerbio è stato distribuito in questi giorni un nuovo volantino informativo: anche l'Associazione degli Industriali delle Carni (Ass.I.Ca.) ha comunicato che la realizzazione di un mega-macello a Manerbio sarebbe un evento tutt'altro che positivo...e per molti motivi...leggete:


martedì 13 marzo 2012

GRANDE MANIFESTAZIONE PROVINCIALE A BRESCIA SABATO 17 MARZO

Sabato 17 marzo dalle ore 15:00 a Brescia grande manifestazione: 
LIBERIAMO ARIA, ACQUA, SUOLO
L'evento, organizzato dalla Rete Antinocività Bresciana, coinvolgerà numerose realtà presenti nella provincia impegnate a contrastare chi fa profitto sulla nostra salute!!!

Parteciperemo anche noi del COORDINAMENTO MOVIMENTI BENI COMUNI BASSA BRESCIANA per gridare il nostro NO AL MEGA-MACELLO...
per dire no a questo scempio che vogliono realizzare a Manerbio!!!

Chiunque fosse personalmente interessato a partecipare all'evento con noi, scriva un'email al nostro indirizzo movbenicomunibassabs@gmail.com 

Più siamo a farci sentire meglio è!!!Aderite numerosi...


giovedì 8 marzo 2012

Distribuito un volantino anche a Leno

Anche nel Comune direttamente confinante con i terreni sui quali dovrebbe sorgere il mega-macello, Leno, è stato distribuito un volantino informativo. Eccolo:

Anche le Tv cominciano a parlare del macello...

IERI SERA SERVIZIO RELATIVO AL MEGA-MACELLO ANDATO IN ONDA SU BRESCIA PUNTO TV:

clicca sull'immagine
per vedere il servizio