In questi ultimi giorni si è tornati a
parlare del Mega Macello di Manerbio. Tra annunci d’addio da parte
dell’imprenditore, sfinito dalle richieste di legalità a cui forse non è
abituato e litigi fra varie fazioni politiche, anche il nostro Coordinamento,
da sempre attento alla vicenda, intende esporre la sua posizione in merito.
La cosa più eclatante emersa in questo
periodo è la propaganda estenuante e senza controllo da parte della Lega Nord e
del Pdl: sarebbe meglio che questi due partiti smettessero di fare propaganda
elettorale sulla pelle dei disoccupati utilizzando il ricatto dei posti di
lavoro e addicendo le colpe del fallimento del progetto Pini al pd, agli
ambientalisti o a cavilli burocratici.
La verità è che il progetto di Pini era ed è
pieno zeppo di lacune, di criticità non risolte, di punti oscuri mai chiariti; la
verità è che gli unici ad aver appoggiato il progetto (Meletti e Lega Nord)
sono stati così indaffarati a svendere il paese a presunti imprenditori
benefattori (qualcuno si è mai domandato la provenienza del denaro?), ad
appoggiare il progetto di un singolo privato a discapito della comunità, che si
sono tirati la zappa sui piedi lasciando un buco di governo vergognosamente
storico per il Comune di Manerbio…
..e in tutto questo chi ci ha perso?
I veri perdenti siamo noi cittadini che
sentiamo la Lega parlare di posti di lavoro senza aver mai espresso di aver valutato
a fondo i documenti sul progetto del macello, senza aver studiato il settore
economico e sociale in cui questo progetto dovrebbe andare ad insinuarsi.
L’unica preoccupazione è quella di lanciare messaggi propagandistici che non
sono altro che ricatti. Sporchi ricatti demagogici che la gente non dovrebbe
nemmeno sentirsi in obbligo di valutare in questo momento storico.
La verità che però dovrebbe emergere
realmente da tutta questa vicenda è che il benessere, la soluzione alle tre
crisi che attualmente attanagliano il modello consumistico-capitalistico
occidentale, vale a dire la crisi ambientale, sociale ed economica, non si
possono risolvere rispolverando maestosi templi del consumo (in questo caso di
risorse, energia, aria, terra…) come è l’opera del mega-macello Hamburger Pini.
E’ evidente e sotto gli occhi di tutti che questa è proprio la strada che ha
portato alla situazione attuale dalla quale non sembra esserci via d’uscita.
Come si può pensare di basare tutto un paese
su un macello di suini dedicando addirittura scuole professionali per futuri
macellai manerbiesi? E’ davvero questa la stima che la caduta giunta
Meletti-Lega ha dei suoi concittadini? E’ davvero pensabile che possa esserci
un futuro simile e di benessere con questa opera?
E’ chiaro che non è e non può essere così. Se
davvero vogliamo un futuro per noi, per i nostri figli e per il genere umano,
questa non è la strada da seguire.
Piuttosto che di scuole per macellai, o
meglio per macellai da catena di produzione in serie, non sarebbe meglio una
scuola di informazione, una scuola sul consumo consapevole e sulle
autoproduzioni? Una cosiddetta “Università del Saper Fare”!?
Non sarebbe meglio incentivare la costituzione
di circoli territoriali per
avviare il dibattito sul cambio di paradigma culturale nella società ed azioni
concrete con corsi ed autoproduzioni. E’ evidente che un cambio di paradigma
culturale va effettuato.
Bisogna eliminare gli sprechi. Valorizzare l’agricoltura
biologica, locale e che sappia dare un valore aggiunto al territorio non solo
economicamente, ma anche dal punto di vista ambientale, sociale e lavorativo.
C’è bisogno di cambiare totalmente la gestione dei rifiuti e
passare dal “problema rifiuti” alla “risorsa rifiuti”. C’è bisogno di
modificare la mobilità e di rendere le città a misura d’uomo e non a misura
d’auto. Per farlo serve riqualificare il centro storico, un tempo valore
aggiunto sia economicamente che socialmente per le città, a discapito di
periferie desolate e degradate (ma utili per lottizzazioni illogiche delle
ultime amministrazioni..).
Le risorse naturali sono limitate. E senza tali risorse il mondo e
l’uomo non hanno futuro. Su questo non ci sono dubbi! La generazione attuale
non ha il diritto, per rispetto anche di sé stessa e delle generazioni future,
di depauperarle e inquinarle in modo quasi irreversibile. Per questo vanno
incentivati, anche economicamente, modelli di agricoltura, di zootecnia, di
gestione del territorio che siano in grado di soddisfare i bisogni della popolazione quali cibo, lavoro ed energia e al contempo presentino resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi
naturali e sociali.
Questa è una strada e una sfida difficile, ma necessaria per
avere un futuro. Chi ci governa ha la responsabilità di spingere la
cittadinanza ad interessarsi al futuro della società ed alla gestione della
“cosa pubblica”. E’ troppo facile lanciare messaggi e slogan all’arrivo del
primo imprenditore (fra l’altro dall’etica molto dubbia..) per gridare al
miracolo ed alla salvezza! E’ veramente troppo facile, riduttivo, superficiale
e scarsamente rispettoso verso quelle persone che vengono illuse.
COORDINAMENTO MOVIMENTI BENI COMUNI BASSA BRESCIANA
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